Il testo parla della trasformazione dell’area del Mediterraneo, in particolare della regione della Puglia, negli ultimi vent’anni. In passato, molti turisti provenienti da diverse parti del mondo arrivavano in Puglia e cercavano di restaurare masserie (antichi edifici agricoli) con influenze greche, marocchine e turche. Tuttavia, questa tendenza sta cambiando, e ora c’è una maggiore attenzione alla conservazione delle caratteristiche architettoniche originali della regione.
Lo studio di architettura Flore&Venezia sta contribuendo a questo cambiamento trasformando un vecchio frantoio degli anni ’30 in un luogo di incontro culturale e gastronomico a Ostuni. Il progetto Cantiere, che mostra mostre temporanee in edifici in fase di restauro, dimostra che è possibile preservare il patrimonio architettonico della regione mentre si crea un luogo di vita autentico, non solo destinato al turismo.
Il testo menziona anche alcune esposizioni presenti nel frantoio trasformato, che includono disegni e installazioni con linee rosse, oltre a opere d’arte che riflettono sul tema del cantiere come simbolo di trasformazione e memoria.
Infine, il testo menziona il premio “Le Vie dell’Immagine” della Biennale di Venezia assegnato a Shirin Neshat, un’artista e regista che rappresenta le condizioni delle donne in Iran attraverso il suo lavoro artistico. Si discute anche della richiesta dell’UNESCO di inserire Venezia nell’elenco dei Patrimoni dell’Umanità in pericolo a causa dei cambiamenti climatici e del turismo di massa che stanno minacciando la città lagunare.
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